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Diario di un insegnante
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Ideale prosecuzione del precedente La preghiera laica, dello stesso Marco Iannucci, quest'opera è un duplice diario, contestuale e speculare, del professore e degli studenti co-autori, come due modi di vivere e valutare la medesima esperienza scolastica. La forma diaristica riconduce la narrazione al vissuto quotidiano dei protagonisti e alle sue dinamiche, ove si intrecciano anche i piccoli grandi eventi “storici” di ciascuno e di tutti, nella loro concretezza e nei loro vissuti. L’ordito ha un dritto (le lezioni, annotate limitatamente agli aspetti che hanno interagito con i ragazzi) ed un rovescio, fatto di tentativi, sforzi, crisi, scoraggiamenti, giorni sbagliati, timori, dunque di fili spezzati o di dialoghi incompiuti ecc., di modo che nel libro entrambi i lati della tessitura si ricongiungono. «Il ritratto di una scuola che non è solo trasmissione codificata, ma in cui l’insegnante è consapevole che comunque trasmette qualcosa di sé. Consapevolezza che rende consci anche gli alunni, in un gioco “illuminista”, dove le regole si apprendono a carte scoperte: questione di etica. D’altronde, non si è detto che l’insegnamento o è etico o non è insegnamento?». (Dalla prefazione di Enrico Mancini)
Con il brano Lettera a Babbo Natale tratto da Diario di un insegnante Marco Iannucci ha ottenuto il secondo posto per la sezione dedicata alla narrativa del premio di poesia e narrativa "G. D'Annunzio" (edizione2010). Riportiamo la motivazione espressa dalla giuria, presieduta dal prof. Umberto Russo:
«Il brano Lettera a Babbo Natale esprime un profondo bisogno di di soddisfare le esigenze fondamentali del vivere quotidiano. Si prende occasionalmente in considerazione il fatto specifico della vita scolastica per mostrare la superficialità della società contemporanea in relazione ad un passato che ha mostrato una qualità di vita superiore a quella presente. Il percorso narrativo si snoda mediante una preghiera di un insegnante a Babbo Natale affinchè i grandi valori della "fatica", del "sapere" e della "lettura" ritornino di nuovo tra di noi, figli, studenti, genitori ed insegnanti».
Pagine 280.
Halloween! È da alcuni giorni che nelle mie classi c’è fermento per la festa di questa sera. Anzi, molti alunni sono letteralmente nel pallone, anche se tutto appare tranquillo, come al solito. Per un po’ mi illudo che mi stiano a sentire, tanto mi sembrano concentrati e con lo sguardo fisso in avanti. In realtà, hanno azionato “il pilota automatico”: danno sì l’impressione di essere molto attenti, viceversa sono col pensiero altrove. Ne ho piena conferma allorché qualcuno bussa alla porta: di solito, è l’immancabile Annunziata (la bidella), con le sue preziose circolari. Oggi, invece, è la volta di tre allievi di altre classi i quali, girando per le aule della scuola per la prevendita dei biglietti abbinati alla festa, pregano i compagni e l’insegnante di turno di acquistarne almeno uno: «Servono per una buona causa».
Per un assaggio del libro apparso su LucidaMente e sulla pagina "Voci del verbo insegnare" del sito della Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna CLICCA QUI
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Per guardare l'intervista all'autore apparsa su YouTube realizzata da Tvsei CLICCA QUI
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