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La ricerca interna, totalmente orfica, di Massimo Sannelli non riguarda esclusivamente la parola. Al contrario, il poeta tenta di tirare fuori dall’interno di sé una materia, di costruire da un’assenza esterna una presenza interna, da proiettare nella propria vita. Questa figura ricercata è una madre, ma non solo; si avanza a tastoni cercando il significato (e come le istruzioni) di essere figli, di essere giovani, di essere uomini, di sentirsi vecchi. E la ricerca linguistica segue di pari passo questo spaesamento. La sintassi e la grammatica partono da una situazione di assoluta frammentazione e decostruzione, come dei pezzi di puzzle buttati alla rinfusa, che necessiterebbero di ordine.
Pagine 64.
il sonno continuato parte ancora, anzi
è equilibrio. mi tieni? Innocente questo, nei
rumori, è fatto, alti; migliore vento corre.
e giusti occhi sono: in viso, come offesi
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